Quando abbiamo deciso di dare vita a questa nuova rivista, il nostro primo pensiero, scontato e inevitabile in questi casi, è stato quello di sperare che sollevasse un certo interesse nei confronti del mondo dei cultori della buona musica, che fosse classica, jazz, rock e d’autore, e di quello di coloro che vogliono ascoltarla con la dovuta qualità e fedeltà di riproduzione. Una rivista che, a differenza di altre del settore già presenti sul mercato, fosse per il lettore del tutto gratuita, scaricabile in formato PDF ad alta risoluzione, oppure stampata attraverso un prodotto di nicchia, elegante, lussuoso, destinato volutamente a coloro che desiderano collezionare un periodico di pregio, destinato a restare nel tempo.

Ebbene, se la versione stampata del primo numero di GRooVEback Magazine ha ricevuto consensi e apprezzamenti, oltre a un cospicuo numero di copie vendute attraverso il canale di vendita diretta presente nel nostro sito web, la versione gratuita in PDF ha superato i 3200 download certificati. Diciamolo chiaramente, un successo davvero insperato, che è andato oltre le nostre più rosee previsioni, segno che, al di là della curiosità fomentata dalla novità del fatidico “numero uno”, si è scatenato nel settore degli appassionati un tam-tam, un continuo passaparola da parte di coloro che avevano scaricato il PDF, consigliando e suggerendo di fare altrettanto ad amici e conoscenti, amanti della musica e dell’audiofilia.

Consci e ulteriormente stimolati da questo beneaugurante successo, eccoci dunque al secondo numero della rivista, che vede in copertina un volto anziano, che sembra scolpito nel tempo, capace di emanare saggezza e sapienza, quello che abbiamo ritenuto ideale per rappresentare un gigante della musica colta, Anton Bruckner, nel secondo centenario della sua nascita, e al quale abbiamo dedicato un articolo che, oltre a presentare una sorta di consuntivo aggiornato della sua figura e della sua opera, così negletta e fraintesa in passato, vuole anche fornire una sorta di guida introduttiva al formidabile corpus delle sue sinfonie.

Sempre restando nel settore della classica, vi invito a leggere due contributi, quello che Giovanni Acciai, tra i massimi studiosi di musica antica al mondo, ha dedicato a un compositore napoletano a cavallo tra Seicento e Settecento, l’ingiustamente dimenticato Antonio Domenico Nola, e quello che Edmondo Filippini ha voluto riservare a un musicista di colore del primissimo Novecento britannico, Samuel Coleridge-Taylor. Senza dimenticare un’intervista, a dir poco iconoclasta, nella quale un compositore italiano, David Fontanesi, si scaglia senza mezzi termini verso quella musica contemporanea che ha dimenticato e ucciso il concetto naturale della Bellezza.

Entrando nel recinto della musica rock, Pippo Basile ci svela una pagina pochissimo conosciuta dei Queen, quella che vede protagoniste le registrazioni che la band inglese fece alla BBC tra il 1973 e il 1977, riversate poi in una registrazione, On Air – The Complete BBC Radio Session, divenuta ben presto oggetto di culto degli appassionati. Una nuova firma, lo studioso e critico di jazz Francesco Cataldo Verrina, ci presenta invece l’opera di un grande e sfortunato trombettista, Lee Morgan, prendendo in esame tre suoi dischi leggendari.

Il settore dedicato all’ascolto di qualità presenta, tra l’altro, un articolo che prende in esame i cavi di potenza ZE Reference, frutto del lavoro e della passione di un artigiano vercellese, Ernesto Villani, destinati a impreziosire e ad esaltare impianti di ascolto Hi-End, senza dimenticare le nuove frontiere tecnologiche, quelle destinate alla cosiddetta musica liquida, con due apparecchi, il Lindemann Musicbook Source II e lo Str@mbo, in grado di soddisfare i palati dei cultori dello streaming.

Buona lettura a tutti!

Andrea Bedetti

 

 

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