Nel volume 1000 dischi per un secolo, 1900-2000 (ed. Il Saggiatore) di Enrico Merlin, Robert Fripp è identificato tra le figure chiave nell’evoluzione della musica del ‘900 (e oltre). In questo articolo troverete un compendio delle schede a lui dedicate nel volume, tra King Crimson e altri progetti.

KING CRIMSONIN THE COURT OF CRIMSON KING1969 ⏯️

Scheda n. 438 nel volume 1000 Dischi per un Secolo, 1900-2000
ed. Il Saggiatore [in vendita nel nostro store]

Peter portò questo quadro e la band lo amò. Di recente ho recuperato l’originale dagli uffici EG perché lo tenevano esposto in piena luce, con il rischio di rovinarlo, quindi alla fine l’ho tolto da lì. La faccia della copertina è l’Uomo schizoide, mentre dentro copertina c’è il Re Cremisi. Se si copre la faccia sorridente, gli occhi rivelano una tristezza incredibile. Che altro si può aggiungere? Riflette la musica.
Robert Fripp

In the Court of Crimson King è il disco manifesto della prima ondata del Rock progressivo inglese (anche se la definizione risulta strettissima se riferita ad una band come i King Crimson). La sua inquietante copertina suscitava grande curiosità quando la si vedeva per la prima volta negli scaffali dei dischi. Una volta sul piatto, all’inizio i suoni a volume minimo inducevano l’ascoltatore ad alzare per cercare di decifrare, capire, distinguere… poi all’improvviso il riff «Tan Tadadan Tan Tan»… iperdistorto, così come distorta era la voce di Greg Lake che sopraggiungeva di lì a poco. Poi il brano entrava in una situazione parajazzistica a tempo sostenuto, in 12/8, su cui si svolgevano gli assoli, che infine sfociavano in una parte scritta, fatta di stacchi molto articolati, riepilogo del tema iniziale e finale Free. Oggi della scoperta permane solo il ricordo, ma 21st Century Schizoid Man si staglia ancora nella storia della musica come il monolito di 2001 Odissea nello Spazio! E anche il resto dell’album, pur riflettendo inequivocabilmente l’epoca in cui è stato concepito, regge imperturbabile il passare del tempo. Al quadro futuristico d’apertura, segue la pace di I Talk to the Wind, dal sapore vagamente rinascimentale, qui la voce di Lake risplende in tutto il suo colore. Il brano conclusivo ha la qualità dell’inno, con quel misto di maestosità ed evanescenza che diventerà prerogativa di una delle correnti principali del Rock progressivo. La musica dei King Crimson si distingue per il contrasto dinamico suddiviso in macroaree, oltre che per le sonorità ottenute dall’abbinamento di strumenti acustici ed elettrici. Con il passare degli anni la musica di Fripp tenderà a scurirsi, i contrasti dinamici si avvicenderanno in maniera più serrata, no ad arrivare per esaurimento a momenti di apparente stasi, in parte anche per l’esteso uso delle tessiture realizzate con l’ausilio del misterioso Frippertronics (→ No Pussyfooting).
Per i fan più assatanati, nel 2009 è stata pubblicata una versione in cofanetto comprendente 5 CD e un DVD… E nel 2019 una nuova edizione per il 50° con 3 CD e un Blu-Ray.
Ma se ancora non vi bastasse, allora c’è The Complete 1969 Recordings, pubblicato nel 2020. Tutto quello che avreste voluto sapere su In the Court of Crimson King e non avete mai osato chiedere…

TRACKS

  • 21st Century Schizoid Man including Mirrors
  • I Talk to the Wind
  • Epitaph including March for No Reason and Tomorrow and Tomorrow

 

 

  • Moonchild including The Dream and The Illusion
  • The Court of the Crimson King including The Return of the Fire Witch and The Dance of the Puppets

Wessex Sound Studios, Londra, 17, 21-25, 29 luglio e 20 agosto 1969.
La produzione dell’album fu faccenda piuttosto travagliata, che arrivò alla sua definitiva realizzazione solo dopo due tentativi andati a vuoto.
• Robert Fripp (g, arr); Ian McDonald (fl, cl, sax, vibes, keyb, Mellotron, voc); Greg Lake (b, lead voc); Michael Giles (d, perc, voc); Peter Sinfield (lyrics, illumination)

 

BRIAN ENO AND ROBERT FRIPP(NO PUSSYFOOTING)1972 ⏯️

Scheda n. 544 nel volume 1000 Dischi per un Secolo, 1900-2000

Io e Robert Fripp registreremo un altro disco molto presto. Sarà ancora più monotono del primo!
Brian Eno

(No Pussyfooting), uno dei primi esempi di Ambient Music, vede all’opera il Frippertronic(s) prima che il marchingegno assumesse tale definizione. Un rudimentale quanto ingegnoso sistema progettato dal chitarrista Robert Fripp, che permette la sovrapposizione di loop di nastro in maniera istantanea. Questa proto-loop-station era costituita da due registratori, dei quali il primo veniva posto in registrazione, mentre il secondo in lettura. Il nastro rimaneva teso tra la prima bobina della macchina A e la bobina di avvolgimento della macchina B. La variazione della distanza tra una macchina e l’altra determinava il lasso di tempo tra l’esecuzione reale (quindi la sua registrazione) e la sua ripetizione (riproduzione). Un sistema di testine multiple di lettura permetteva la sovrapposizione a strati del materiale musicale, con un effetto di dissolvenza naturale. In (No Pussyfooting) Brian Eno interviene sui due registratori in una forma di composizione estemporanea, operando una selezione in tempo reale dei materiali sonori che sarebbero dovuti finire su nastro. Uno dei primi esperimenti di «live electronics» nel campo del Rock, fra l’altro in un interessante abbinamento tra performer e manipolatore sonoro. Il primo brano, The Heavenly Music Corporation, viene registrato già l’8 settembre del 1972 in maniera domestica, anticipando di molto esperienze sonore simili. Swastika Girl viene registrato quasi un anno dopo con approccio identico, ma rifinito presso gli Air Studios di George Martin. Anche la casa discografica, la Island, ritenne (No Pussyfooting) poco più di un esperimento, mettendolo addirittura in vendita a prezzo ridotto.
Nel 2008 l’etichetta simbolo di Fripp, la Discipline Global Mobile, ha ripubblicato l’album in versione rimasterizzata ed espansa, ripartendo dai nastri originali.

TRACKS
DISCO 1

  • The Heavenly Music Corporation
  • Swastika Girls

CD bonus tracks

  • The Heavenly Music Corporation [reversed]


DISCO 2

  • The Heavenly Music Corporation [half-speed]
  • Swastika Girls [reversed]

Registrato l’8 settembre 1972 e il 4-5 agosto 1973
• Brian Eno (Modified Revox A77 Tape Recorder, VCS3 synth with digital sequencer)
• Robert Fripp (g, The Fripp Pedalboard, Frizzbox)

KING CRIMSON • LARKS TONGUES IN ASPIC • 1973 ⏯️

Scheda n. 560 nel volume 1000 Dischi per un Secolo, 1900-2000

Ora, se i King Crimson accettano la responsabilità di innovare la loro tradizione, non possono accettare la responsabilità per il loro pubblico. E c’è un’aspettativa tangibile e grande come un macigno in un pubblico che va a vedere un concerto dei King Crimson.
Robert Fripp

Come un disco di musica africana, Larks Tongues in Aspic si apre con un turbine di m’bira, sul quale si innestano progressivamente poliritmie generate da altri strumenti acustici. Poi l’esplosione sonora sbattuta in faccia all’ascoltatore senza pietà, suoni distorti associati alla figura ritmica del violino. Fripp scatena tutta la forza dei suoi modelli ritmico-armonici di derivazione stravinskiana, con una padronanza tecnica, che raramente lascia intravedere momenti di cedimento. I 13’37” di Larks’ Tongues in Aspic, part 1 sfrecciano di fronte all’ascoltatore passando attraverso un episodio centrale che rimanda al lontano Oriente. Il suono del violino elettrificato è determinante nel colore generale, così come l’uso sfacciato della scala ottotonica. Il contrasto dinamico estremo rimane una delle cifre stilistiche caratteristiche della musica di Fripp, benché qui venga usato in maniera molto diversa rispetto al primo album dei King Crimson. La voce è utilizzata come uno dei tanti possibili colori, ma ha i suoi momenti di spot, come in Book of Saturday dove il timbro di John Wetton, molto simile a quello di Greg Lake, è spalleggiato dalla chitarra ritmica in una parentesi più serena. Nella parte dell’assolo Robert Fripp utilizza il lennoniano-hendrixiano reverse [tra Tomorrow Never Knows e Castles Made of Sand]. L’inquietudine domina l’intro di Exiles, che però inaspettatamente si apre al sole, per poi tornare inesorabilmente alle cupe atmosfere iniziali. Easy Money, quasi una risposta alle sonorità del Money dei Pink Floyd (→ The Dark Side of the Moon), precede uno dei brani più interessanti dell’album, The Talking Drum, che porta agli estremi l’idea del crescendo progressivo di raveliana memoria (pensiamo al Bolero). L’ultima traccia riprende dove la prima aveva lasciato, in una ciclicità eliocentrica.

TRACKS

  • Larks’ Tongues in Aspic, part 1
  • Book of Saturday
  • Exiles

 

  • Easy Money
  • The Talking Drum
  • Larks’ Tongues in Aspic, part 2

Command Studios, Londra, gennaio-febbraio 1973
• Robert Fripp (g, Mellotron, devices, el p); John Wetton (b, p, lead voc); David Cross (v, vla, Mellotron, fl, el p); Bill Bruford (d); Jamie Muir (perc); Richard Palmer-James (lyrics)

KING CRIMSON • DISCIPLINE • 1981 ⏯️

Scheda n. 716 nel volume 1000 Dischi per un Secolo, 1900-2000

I King Crimson non sono mai facili; sono impegnativi. E mi piace così.
Adrian Belew

Sembrava ormai che i King Crimson dovessero restare solo un nome scolpito a chiare lettere nella gloriosa storia passata del Rock inglese e invece… sette anni sono passati dall’ultimo album e Robert Fripp, senza nessun preavviso, mette insieme un nuovo quartetto. A lui si uniscono tre personalità stilisticamente molto definite, nonché turnisti di lusso: il batterista Bill Bruford, sopravvissuto all’incarnazione precedente della band, il bassista Tony Levin, proveniente dal gruppo di Peter Gabriel e il chitarrista e cantante Adrian Belew (già con Frank Zappa, David Bowie e Talking Heads… Niente male come curriculum…). Sulla carta una band impossibile che invece riuscirà a produrre una vera pietra miliare: Discipline, registrato dopo una serie di concerti di prova, è infatti un’epitome di equilibrio. Fripp e Belew sono Yin e Yang, con peculiarità caratteriali e stilistiche opposte che si compenetrano perfettamente. Ognuno dei due ha difatti in sé una piccola parte dell’altro. Dai video dell’epoca, la perfetta simbiosi risulta evidente anche nell’azione scenica, con Fripp immobile sul suo sgabello, mentre Belew fronteggia il pubblico, cantando, suonando, saltando, ballando come un folletto… Le chitarre si intrecciano, si affrontano, urlano, cantano, suggeriscono, declamano… Moltissime e diversificate le timbriche in gioco, espresse nei magici, caleidoscopici movimenti poliritmici, sostenuti dai solidi groove di Levin e Bruford. Il guitar synth Roland GR-300, un’icona di quegli anni, usato tra gli altri anche da Pat Metheny per tutt’altri scopi (→ Offramp), emerge impudente nel tema di Sheltering Sky. Gli incastri delle chitarre in Frame by Frame sono davvero strabilianti e si riveleranno DNA fondamentale per le sperimentazioni ritmiche di molti gruppi successivi. Il Re Cremisi è più vivo che mai!
La versione pubblicata dall’etichetta di Robert Fripp, appartenente alla «40th Anniversary Series» nella sua componente DVD, contiene diversi materiali inediti in alta definizione. In alternativa anche la versione denominata «30th Anniversary Edition» gode di un ottimo remastering.

TRACKS

  • Elephant Talk
  • Frame by Frame
  • Matte Kudasai
  • Indiscipline

 

  • Thela Hun Ginjeet
  • Sheltering Sky
  • Discipline

Island Studios, Londra, maggio 1981
• Robert Fripp (g, Frippertronics); Adrian Belew (g, voc); Tony Levin (b, Chapman Stick, backing voc); Bill Bruford (d, perc)

KING CRIMSON • THRAK • 1994 ⏯️

Scheda n. 952 nel volume 1000 Dischi per un Secolo, 1900-2000

La disciplina non è mai il fine, ma lo strumento per un fine.
Robert Fripp

Nella storia della musica forse nessuna band più dei King Crimson assomiglia all’araba fenice che, dopo essere morta, risorge quando meno te l’aspetti, in una forma più smagliante della precedente. Dopo tre album (→ Discipline, Beat e Three of a Perfect Pair) con la formazione costituita da Robert Fripp, Adrian Belew, Tony Levin e Bill Bruford, il progetto King Crimson finì di nuovo in congelatore. Poi improvvisamente, dopo anni e senza preavviso, Fripp è di nuovo in tour con la stessa band, ma potenziata con un altro bassista (Trey Gunn) e un altro batterista (Pat Mastelotto). Un doppio trio, quindi, che in questa forma non ha precedenti nella storia del Rock. Le due formazioni dialogano, suonano insieme e si fronteggiano su piani differenti. La musica è ancora più densa di quella del quartetto di Discipline, ma allo stesso tempo ancora più spaziale e intricata. Belew è splendente nella sua vocalità più matura e non si può restare insensibili quando canta: «I’m a dinosaur, somebody is diggin’ my bones». I pezzi sono molto più articolati (possibile?) e a tratti imprendibili e imprevedibili. Sempre incredibile come Fripp riesca a creare la più estrema evanescenza partendo dalla massima concretezza possibile. Semplicità quale distillato del complicato. Poesia del metallo fuso.
Molti appassionati dei King Crimson della prima ora, letteralmente odiano l’intera «fase-Belew», ma in fondo si tratta sempre del solito problema legato alle aspettative, alle abitudini e alle tribù. Per tutti coloro che «vedono tradito il messaggio originale» risulta perfetto ciò che Miles Davis rispose a quel musicista che una sera, alla ne degli anni ’60, gli disse di amare la sua musica, ma che quella svolta elettrica proprio non la capiva: «E io cosa dovrei fare? Aspettarti?».
Eccezionale anche il DVD Deja Vrooom, trasposizione del concerto registrato a Tokyo nell’ottobre del 1995 e che contiene alcune avveniristiche, per l’epoca, opzioni audio multi-canale.

TRACKS

  • VROOOM
  • Marine 475
  • Dinosaur
  • Walking on Air
  • B’Boom
  • THRAK
  • Inner Garden I
  • People

 

  • Radio I
  • One Time
  • Radio II
  • Inner Garden II
  • Sex Sleep Eat Drink Dream
  • VROOOM VROOOM
  • VROOOM VROOOM: Coda

Real World Recording Studios (Gran Bretagna), 24 ottobre – 4 dicembre 1994
• Robert Fripp (g, Mellotron); Adrian Belew (g, voc); Tony Levin (b, Chapman Stick, voc); Trey Gunn (Chapman Stick, voc); Bill Bruford, Pat Mastelotto (d, perc)

ROBERT FRIPP • A BLESSING OF TEARS: SOUNDSCAPES, VOL. 2, LIVE IN CALIFORNIA • 1995 ⏯️

Scheda n. 961 nel volume 1000 Dischi per un Secolo, 1900-2000

La musica è il calice che contiene il vino del silenzio; il suono è quel calice, ma vuoto; il rumore è quel calice, ma rotto.
Robert Fripp

Nella poetica di Robert Fripp i Soundscapes rappresentano l’evoluzione diretta dei Frippertronics degli anni ’70 [qui una dimostrazione live nel corso del programma televisivo Midnight Special, nel 1979]. L’avvento delle macchine digitali ha in sostanza mandato irrevocabilmente in pensione i vecchi registratori a bobine; i phrase sampler e i delay digitali permettono al musicista di sovrapporre infinite linee le une sulle altre e attraverso strumenti di controllo (pedaliere, computer ecc.) di poter smistare il segnale su varie tracce o linee di campionamento, così da poter fare apparire o sparire determinati elementi, a piacimento e all’istante, quindi senza premeditazione. In queste performance in solo, Fripp sfrutta al massimo le potenzialità dei suddetti mezzi aggiungendo anche un pickup esafonico alla chitarra, con il quale pilota una serie di sintetizzatori che a loro volta espandono infinitamente le varietà timbriche dello strumento. Rispetto alla musica prodotta con i Frippertronics risulta più difficile riuscire a capire come l’artista proceda nella sovrapposizione dei vari strati, rendendo ancora più interessanti gli oggetti sonori creati. A Blessing of Tears è il secondo dei volumi della serie Soundscapes, anche se il primo in cui mi sono imbattuto come ascoltatore, e anche a distanza di oltre 15 anni mantiene invariato il suo fascino. La sonorità generale è di una colorazione piuttosto scura e di notevole intensità emotiva, forse specchio del dolore di Fripp per la recente perdita della madre; il parametro ritmico sembra essere quasi completamente sublimato. Tutto il costrutto musicale, intriso di un misticismo che però non si autoproclama mai, si muove lento e cangiante come il sovrapporsi di differenti strati di nubi. Armonicamente non vi sono molti azzardi, anche se giochi di sovrapposizioni politonali non sono del tutto assenti. Le asperità sono smussate per il fatto che nessun suono ha spigoli vivi con l’attacco delle note sempre ammorbidito anche nei passaggi melodico-armonico più tesi. In Returning I la registrazione è addirittura pubblicata in totale reverse, ovvero al contrario, ma il significato di fatto non si inverte… Una sorta di paradosso temporale in cui ognuno può leggervi i significati filosofici che desidera, in ogni caso Ambient senza compromessi…

TRACKS

  • Cathedral of Tears
  • First Light
  • Midnight Blue
  • Reflection I

 

  • Second Light
  • Blessing of Tears
  • Returning I
  • Returning II

Blessing of Tears, Guitar Craft Application and Assimilation course, Ojai, California, 21 gennaio 1995 Second Light, Tower Records, Sunset Blvd., Los Angeles, 23 gennaio 1995
Cathedral of Tears, The House of Blues, Los Angeles, 26 gennaio 1995, primo show
Midnight Blue, The House of Blues, Los Angeles, 26 gennaio 1995, secondo show
Returning I [registrazione mandata al contrario] e Returning II [Tön Pröb remix], The Coach House, San Diego, 27 gennaio 1995
First Light, Slims, San Francisco, 1 febbraio 1995, primo show
Reflection I, Slims, San Francisco, 1 febbraio 1995, secondo show

• Robert Fripp (g. Frippertronics, Soundscapes)


In questa seconda sezione sono invece riportate le principali occorrenze e riferimenti, presenti nelle altre schede del volume 1000 dischi per un secolo. 1900-2000, relativi a Robert Fripp e ai King Crimson.
Si tratta a volte di semplici riferimenti, altre volte si parla di influenze e di relazioni con altri artisti. In ogni caso risulta evidente come i mondi sonori di Robert Fripp fungano spesso da pietra di paragone.
Buona lettura, quindi, e buone esplorazioni, alla scoperta di nuovi mondi sonori, magari proprio partendo da Robert Fripp, che incontrerete nelle seguenti schede discografiche:

 

Scheda n. 37, Gustav Holst • The Planets, op. 32/ H 125 ⏯️

La scansione ritmica di Mars, the Bringer of War verrà utilizzata anche da Robert Fripp come elemento fondante del brano The Devil’s Triangle, pubblicato in The Wake of Poseidon dei King Crimson.

Scheda n. 87, Igor Stravinskij • Symphony of Psalms ⏯️

La Sinfonia di salmi contiene, in particolare nel suo primo movimento, un’infinità di semi e germogli che riaffioreranno, consapevolmente o meno, nell’opera di moltissimi artisti, da Steve Reich a Robert Fripp. Ancora una volta Stravinskij dimostra una straordinaria capacità di prevedere il futuro o quantomeno di influenzarlo in modo decisivo.

Scheda n. 248, Dave Brubeck • Time Out ⏯️

Se Robert Fripp è il primo musicista Rock a cui si pensa quando si parla di tempi composti, Dave Brubeck è il suo omologo nel territorio del Jazz.

Scheda n. 341, Grateful Dead • So Many Roads (1965-1995) ⏯️

Nell’edizione precedente di questo volume, avevo selezionato due album dei Dead: Live Dead e Workingsman’s Dead, ma ragionandoci la scelta mi lasciava insoddisfatto in quanto, benché quei due dischi siano effettivamente dei pilastri, il mondo della band guidata da Jerry Garcia andrebbe preso come un flusso in costante metamorfosi. La selezione di due dischi non potrà mai essere esplicativa (come non lo può essere per artisti come Frank Zappa, Robert Fripp o Miles Davis, anche se per altri motivi).

Scheda n. 446, Van Der Graaf Generator • The Least We Can Do Is Wave to Each Other ⏯️

I pezzi godono di strutture articolate, in cui si susseguono episodi molto diversi, ma coerenti, come a esempio in Whatever Would Robert Have Said? e After the Flood (in cui in uno degli interludi «si appropriano» di uno dei Riff di 21st Century Schizoid Man dei King Crimson).

Scheda n. 531, Uriah Heep • Demons and Wizards ⏯️

Circle of Hands sembra uno sviluppo alternativo di The Court of the Crimson King dei King Crimson.

Scheda n. 556, Can • Future Days ⏯️

Le chitarre di Karoli perdono un po’ di quell’acidità alla Garcia per avvicinarsi più al modello frippiano, mantenendo un fraseggio fluido che sempre predilige le scale diatoniche a quelle di derivazione Blues.

Scheda n. 568, Genesis • Selling England by the Pound ⏯️

Hackett invece, benché in debito con le dinamiche espressive letteralmente inventate da Robert Fripp, riesce a trovare una sua dimensione personale proprio in questo album.

Scheda n. 570, Brian Eno • Here Come the Warm Jets ⏯️

Brian Eno (Snake g, Simplistic keyb, Electric Larynx, treatments, voc, postproduzione)
Robert Fripp, Phil Manzanera, Chris «Ace» Spedding (g); Paul Rudolph (g, b); Lloyd Watson (slide g); Nick Judd, Nick Kool and the Koolaids (keyb); Andy Mackay (keyb, sassofonoohone quartet); Busta Cherry Jones, Bill MacCormick, John Wetton (b); Chris Thomas (extra b, mixing); Simon King, Marty Simon, Paul Thompson (perc); Sweetfeed (backing voc)

Scheda n. 605, Brian Eno • Another Green World ⏯️

In Another Green World Eno suona praticamente tutti gli strumenti, coadiuvato da alcuni ospiti prestigiosi che contribuiscono al raggiungimento della pienezza del colore: Robert Fripp, John Cale, Paul Rudolph (già con i Pink Fairies e di lì a poco anche con gli Hawkwind) e due membri dei Brand X, il batterista Phil Collins (sì, anche con i Genesis…) e Percy Jones, già virtuoso del basso senza tasti prima dell’esplosione planetaria del fenomeno Jaco Pastorius.

Scheda n. 640, David Bowie • “Heroes” ⏯️

La straordinaria portata innovativa si manifesta principalmente nel campo dell’elaborazione sonora effettuata in studio, grazie al fondamentale apporto di Brian Eno e Robert Fripp. Arrangiamenti e post-produzione conferiscono a quest’opera un caratteristico colore destinato a diventare un riferimento assoluto nel campo del Pop. […]
La conferma di come Bowie pensasse a un’opera di segno completamente diverso da qualunque cosa del passato arriva con Neuköln, quarto brano strumentale dell’album, in cui il lancinante suono del sassofono (questa volta davvero incisivo) guida all’ultima «canzone»; un quadretto ironico, introdotto magistralmente dalla chitarra di Fripp, che sembra più un bis, che non la canzone conclusiva dell’album.

Scheda n. 646, Devo • Q: Are We Not Men? A: We Are Devo! ⏯️

Il loro primo album, Q: Are We Not Men? A: We Are Devo!, fu prodotto da Brian Eno dopo aver sentito un loro demo. Anche David Bowie e Robert Fripp si erano dimostrati interessati a produrre la band.

Scheda n. 652, Brian Eno • Ambient 1 – Music for Airports ⏯️

[…] le elaborazioni elettroniche di Brian Eno interloquiscono con lo strumento acustico in maniera apparentemente casuale. Un’evoluzione del concetto di manipolazione del Frippertronics di (No Pussyfooting), in cui è lo spazio che domina la scena.

Scheda n. 682, Peter Gabriel • III (Melt) ⏯️

Diversi gli ospiti illustri che hanno partecipato alle registrazioni, da Robert Fripp a Tony Levin (nel 1981 i due, uniti a Adrian Belew e Bill Bruford, avrebbero contribuito a far rinascere i King Crimson → Discipline), da Dave Gregory degli XTC a Paul Weller.

Scheda n. 690, The Cure • Seventeen Seconds ⏯️

In Your House: il bridge del brano sembra anticipare le progressioni caratteristiche dei King Crimson dell’imminente periodo con Adrian Belew (→ Discipline). Per contrasto, la voce di Smith è inquietante per il motivo opposto… inafferrabile, a volte quasi inudibile, volutamente sommersa nel mix.

Scheda n. 705, Talking Heads • Remain in Light ⏯️

Sonorità estremizzate e orientaleggianti caratterizzano le parti strumentali soliste, il cui merito va anche accreditato alla partecipazione dello straordinario chitarrista Adrian Belew. In seguito a questa collaborazione Byrne rimarrà influenzato dall’approccio diagonale di Belew, così come nella voce di Belew (si ascoltino le successive prove soliste e con i King Crimson → Discipline) si imprimerà il marchio di quella di Byrne.

Scheda n. 715, This Heat • Deceit ⏯️

Per certi versi i This Heat rappresentano un anello di congiunzione tra il post-Punk e il Progressive stile King Crimson, con le atmosfere industriali a fare da tramite. Un abbinamento che sulla carta può apparire assurdo, ma basta una manciata di battute di Makeshi Swahili per convincere anche i più scettici.

Scheda n. 724, Pat Metheny Group • Offramp ⏯️

Il brano d’apertura [Barcarole] contiene in nuce molti degli elementi dell’intero album, tra cui spicca il caratteristico suono del guitar-synth Roland GR-300, usato in quegli anni, tra gli altri, da Robert Fripp, Adrian Belew e Bill Frisell con esiti espressivi ben diversi da questi. Questo timbro, che ricorda quello di uno strumento a fiato, insieme a quello di forte impatto della chitarra semi-acustica effettata, diventeranno i marchi di fabbrica dello stile di Pat Metheny.

Scheda n. 744, Yes • 90125 ⏯️

In Changes compare il sound dei King Crimson di Discipline (→), mentre il bridge richiama lo stile d’esecuzione degli accordi di Every Breath You Take dei Police (→ Synchronicity), i quali ricompaiono insieme allo spirito di Eddie Van Halen in City of Love

Scheda n. 759, David Sylvian • Brilliant Trees ⏯️

L’influenza delle atmosfere alla Robert Fripp emergono ripetutamente nel corso dell’album, ma il mago in quel periodo era occupato con i rifondati King Crimson e quindi il chitarrista Phil Palmer e lo stesso Sylvian ne ricreano la sonorità (l’influenza è particolarmente evidente in Nostalgia). Non passerà comunque molto tempo prima che i due si ritroveranno a unire le forze per una produzione comune (→ Gone to Earth).

Scheda n. 782, Scraping Foetus Off the Wheel • Nail ⏯️

Nail è forse il disco più rappresentativo di James Thirlwell [alias Scraping Foetus Off the Wheel], terreno aspro e accidentato fatto di suoni industriali e reincarnazioni post-wagneriane. Tutto gettato in frullatore insieme a King Crimson, Punk, musica per colonne sonore e un sacco di altre più o meno indecifrabili cosette… 

Scheda n. 783, David Sylvian • Gone to Earth ⏯️

La musica di David Sylvian si fa sempre più rarefatta e inevitabilmente incontra uno dei principali guru dello spazio, Robert Fripp. In Gone to Earth, Sylvian riesce a coniugare in maniera esemplare le atmosfere ambient con la forma canzone «aperta». Magistrale il lavoro di tutti i solisti, in particolare proprio quello di Fripp, al quale si aggiungono altri due chitarristi, Bill Nelson e Phil Palmer (autore dello splendido assolo nel primo brano) e soprattutto del trombettista canadese Kenny Wheeler.

Scheda n. 880, Slint • Spiderland ⏯️

Una musica che unisce l’approccio multimetrico dei King Crimson con importanti e repentini contrasti dinamici. La sonorità è costituita esclusivamente da chitarre, basso batteria e voce, con timbriche integrate e complementari, certamente assimilabili più al post-Punk che non al Progressive.

Scheda n. 918, Michael Brook • Live at the Aquarium ⏯️

[…] un chitarrista che aveva contribuito con produzioni importanti come Mustt Mustt di Nusrat Fateh Ali Khan (→), Khaled di Cheb Khaled (→), che poteva vantare collaborazioni del calibro di David Sylvian e Robert Fripp, che aveva ispirato The Edge per alcune parti chitarra in The Joshua Tree (→)

Scheda n. 962, Meshuggah • Destroy Erase Improve ⏯️

Forse è solo una questione di sensibilità, oppure di connessione con il parametro espressivo, che a seconda delle tipologie a cui si appartiene, può produrre effetti diversi nell’ascoltatore. Secondo alcuni anche i King Crimson (→ Discipline) sarebbero freddi… ma per me è sempre stato il contrario…

Scheda n. 998, The Dillinger Escape Plan • Calculating Infinity ⏯️

Qui è tutto frammentato eppure ugualmente denso di groove, in un’inspiegabile formula che racchiude in sé tutte le esperienze musicali estreme del passato dal Free Jazz al Progressive al Metal. Talvolta si sentono echi alla King Crimson, altre volte all’interno dei brani si aprono sezioni puramente armolodiche alla Ornette Coleman, come per esempio a 0’43” di Destro’s Secret. Altre volte l’ombra di John Zorn appare come nell’episodio centrale di The Running Board.
Bene, e ora chiudete le finestre, alzate a palla… e buon viaggio!

Enrico Merlinimmagine di copertina di Ezio Zaia

Enrico Merlin: 1000 dischi per un secolo. 1900 – 2000

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