alcune considerazioni estetiche e musicali (parte I)

A beneficio soprattutto delle nuove generazioni che non conoscono ancora la grandezza del direttore tedesco e prendendo spunto dalla registrazione dal vivo dell’integrale sinfonica di Johannes Brahms, messa a disposizione nel formato liquido dalla CBH MUSIC, ecco alcuni spunti che possono far comprendere meglio la sua visione interpretativa, sempre in bilico tra classicismo apollineo e romanticismo dionisiaco, alla ricerca di un gesto che non fosse solo eminentemente tecnico, ma votato ad esprimere un’insondabile spiritualità

«Quanto può venir sviluppata la tecnica e quanto è lecito svilupparla affinché continui ad essere espressione spirituale mantenendo una intrinseca necessità? Questo è il problema fondamentale e non si può che ripetere: quando si tratta d’espressione spirituale anche il più facile diventa “difficile” e viceversa: quando viene a mancarela necessità della motivazione e compenetrazione spirituale, anche ciò che tecnicamente pare difficilissimo risulta facile». Probabilmente, non esiste un concetto più lucido di questo in Wilhelm Furtwängler che possa esprimere meglio la sua visione musicale, quella perseguita per tutta la vita, ben oltre le direttrici e le rappresentazioni della manifestazione artistica. In queste parole, disarmanti nella loro semplicità e assolutezza, si cela l’aspetto più recondito, eppure così evidente da sembrare addirittura invisibile, della sua concezione della musica e, soprattutto, di come si debba interpretarla e renderla manifesta.

Una preoccupazione, quella del compositore e interprete tedesco, che assume un’importanza inderogabile alla luce del fatto che ben pochi altri direttori d’orchestra (si possono contare sulle dita di una mano) cercarono, con altrettanta profondità ed efficacia, di sceverare e di riflettere sui diversi aspetti posti dal concetto della ri-elaborazione interpretativa: il problema tecnico, quello del rapporto tra “materia” e “spirito”, quello della musica che “vive”, contrapposto a quella che semplicemente “riferisce”, la problematica della chiarezza espressiva rispetto alla volubilità del pubblico.

Quelle che seguono, dunque, sono alcune riflessioni personali scaturite anche dopo l’ascolto della registrazione delle quattro Sinfonie di Johannes Brahms, tutte rigorosamente effettuate dal vivo nel corso di altrettanti, leggendari concerti che Furtwängler tenne con i suoi Berliner Philharmoniker, per la precisione a Berlino il 15 settembre 1953 quando eseguì la Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 68, a Vienna il 28 gennaio 1945 per ciò che riguarda la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73, a Torino il 14 maggio 1954 con la Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90 e a Salisburgo il 15 agosto 1950 eseguendo la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98, esecuzioni che sono state riversate in formato digitale liquido in 44.1kHz/16bit dall’etichetta discografica CBH MUSIC.

Furtwängler si pose la domanda della rielaborazione interpretativa fin dall’inizio dell’attività direttoriale, avvenuta il 19 febbraio 1906, all’età di vent’anni, e alla quale cercò sempre di dare una risposta o, quantomeno, una motivazione attraverso la sua immensa esperienza interpretativa e i suoi innumerevoli scritti teorici. Questo assillo che muove, come vedremo, da istanze squisitamente spirituali, etiche e metafisiche, nasce da un fatto che, curiosamente, spesso viene messo da parte o addirittura misconosciuto, soprattutto da coloro che si muovono prigionieri di un deleterio luogo comune: accostare unicamente il nome di Wilhelm Furtwängler a quello di direttore d’orchestra. Un accostamento altamente indebito, ingeneroso, triviale, artisticamente e “filosoficamente” scorretto. Non ci si dovrà mai stancare abbastanza, infatti, nel ricordare che Furtwängler è stato, come amava ripetere lui stesso, un «compositore che fa il direttore d’orchestra», mentre quasi sempre ci si sovviene di lui pensandolo come un Dirigent che, in qualche occasione, si è concesso il lusso e lo sfizio di comporre musica sinfonica, concertistica e cameristica. «In realtà la direzione d’orchestra fu il tetto sotto il quale mi sono rifugiato nella vita, perché come compositore ero sul punto di andare in rovina», scrisse Furtwängler laconicamente e malinconicamente nel 1946 all’archeologo tedesco Ludwig Curtius. Il fatto di sentirsi rifiutato quale compositore dalla critica e dal pubblico del tempo, e considerarsi, quindi, esclusivamente come direttore d’orchestra, gli fece indubbiamente accrescere motivazioni e ricerche che esulano di solito dai compiti di un interprete orchestrale.

Il giovane Wilhelm Furtwängler all’epoca in cui assunse la direzione della Kaim Orchester, quella poi destinata a diventare con l’appellativo dei Münchner Philharmoniker.

Non dimentichiamoci che quando Furtwängler rifletté e discusse di interpretazione musicale lo fece sempre in qualità di compositore, non semplicemente di direttore. Sta qui, in primis, la netta differenziazione tra lui e la quasi totalità dei suoi colleghi. Ed è soprattutto nella sofferenza scaturita dal fatto di essere stato rifiutato come compositore, che si spiega la tremenda sensibilità estetica e spirituale che Furtwängler perseguì nel corso della vita. «Quando eseguo una mia opera, mi sento come una fanciulla sedicenne che si deve spogliare davanti a vecchi libertini», disse una volta alla moglie Elisabeth, dopo avere condotto la sua Seconda sinfonia.

Furtwängler con seconda moglie Elisabeth.

Andrea Bedetti

FINE PRIMA PARTESECONDA PARTE QUI

  • Johannes Brahms – Symphony No. 1 in C Major, Op. 68
  • Berliner Philharmoniker – Wilhelm Furtwängler
  • Live Berlino, 15 settembre 1953
  • CBH Music CBH 218
  • Johannes Brahms – Symphony No. 2 in D Major, Op. 73
  • Berliner Philharmoniker – Wilhelm Furtwängler
  • Live Vienna, 28 gennaio 1945
  • CBH Music CBH 219
  • Johannes Brahms – Symphony No. 3 in F Major, Op. 90
  • Berliner Philharmoniker – Wilhelm Furtwängler
  • Live Torino, 14 maggio 1954
  • CBH Music CBH 220
  • Johannes Brahms – Symphony No. 4 in E Minor, Op. 98
  • Berliner Philharmoniker – Wilhelm Furtwängler
  • Live Salisburgo, 15 agosto 1950
  • CBH Music CBH 221

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