La Quality Audio, con il progettista Ernesto Villani, è un’azienda artigianale vercellese che produce alcuni componenti di qualità in ambito audio. Tra questi ci sono i cavi di potenza al centro di questa recensione, il cui costo, però, li indirizza esclusivamente verso impianti squisitamente Hi-End, capaci di esaltare le loro caratteristiche e le loro prerogative di assoluta eccellenza
Quando ho ricevuto la proposta di poter ascoltare e recensire il top di gamma dei cavi di potenza realizzati dalla Quality Audio di Vercelli, un laboratorio artigianale che si trova a Vercelli, dietro al quale c’è la figura “tuttofare” di Ernesto Villani, ho accettato dopo averci riflettuto un po’ su. Questo perché, e lo svelo subito, la coppia di cavi in questione, i Reference ZE, non sono propriamente a buon mercato, tenuto conto che i quattro modelli proposti variano da 7500 a 9500 euro la coppia a seconda della lunghezza.; quindi, in quest’ultimo caso, si arriva a spendere quasi diecimila euro per poter collegare i finali di potenza ai diffusori. È ovvio, e se dunque ne parlo è perché ho accettato di occuparmene, che questa coppia di cavi, attuale punta di diamante dell’artigiano vercellese, può e deve interessare soltanto coloro che possiedono un impianto Hi-End capace di poterla sfruttare e rendere al meglio.
Dunque, va da sé che se ho accettato di parlarne è anche perché possiedo un impianto in grado di poter determinare la qualità di questi Reference ZE, visto che li ho collegati tra la mia coppia di finali di potenza mono AM Audio B-130 Reference, che sfiorano il quintale di peso l’uno e capaci di sprigionare una dinamica da spavento, con la coppia di diffusori a torre Supreme, sempre della AM Audio, ognuno dei quali vanta due tweeter e quattro midrange (essendo un impianto multiamplificato, ho altri due finali di potenza collegati ad altri due diffusori, questi ultimi presentano in totale otto subwoofer, che si occupano del segnale audio sotto i 40 Hz mediante crossover attivo). Insomma, ero sufficientemente attrezzato per poter ospitare, a livello di test d’ascolto, la coppia di cavi in questione.
Il prodotto
Prima di descrivere questi Reference ZE, è il caso che spieghi il principio basilare sul quale sono stati concepiti e realizzati, che riguarda, come spiega lo stesso Ernesto Villani, il suo Brevetto Bidirezionale Simmetrico, che permetterebbe a questa coppia di cavi di potenza di vantare una qualità sonica maggiore rispetto a tutti gli altri. Di che cosa si tratta esattamente? Andando a spulciare il sito web della Quality Audio, Villani spiega in sede tecnica il perché di questo brevetto e della sua importanza. In sostanza, si prende in oggetto la problematica della “direzionalità”: la trafilazione del rame (o di altri metalli) produce un orientamento dei cristalli che lo compongono; di conseguenza, la disposizione di tali cristalli ha un orientamento geometrico ben preciso ed ecco perché tutti i produttori “seri” di cavi stampano chiaramente la direzione preferenziale sui loro prodotti, non solo su quelli di segnale schermati, ma anche su quelli di potenza senza alcuna schermatura. Da ciò ne consegue che la propagazione degli elettroni nei cavi deputati all’alta fedeltà, anche di alto prezzo, non avviene mai in maniera perfettamente simmetrica, in quanto viene a manifestarsi una pur minima differenza di propagazione.
Per illustrare meglio il suo brevetto, Ernesto Villani ha accluso nella sua spiegazione un grafico che ripropongo a beneficio dei lettori. Nella parte alta del grafico, che riguarda il Cavo Tradizionale, viene esemplificato come nei normali cavi attualmente in commercio, essendo direzionali, la semionda superiore (Positiva) venga riprodotta correttamente (ossia il flusso degli elettroni transita nella direzione favorevole), mentre quella inferiore (Negativa) viene da supporre che venga riprodotta attenuata o distorta (ovviamente di una frazione infinitesimale), in quanto gli elettroni sono costretti a percorrere il conduttore nella direzione sfavorevole, con i cristalli di rame orientati nella direzione opposta. Al contrario, nella parte bassa del grafico (Cavo Quality Audio), le semionde sono perfettamente pulite e simmetriche, poiché i cavi bidirezionali progettati dall’artigiano vercellese consentono di far transitare gli elettroni in maniera perfetta in entrambe le direzioni (semionda Positiva e semionda Negativa), eliminando definitivamente ogni dubbio sull’ipotetica “distorsione di direzionalità” (Distorsione DD), che lo stesso Villani ritiene responsabile nel provocare la famosa “fatica di ascolto”. Se, infatti, il segnale che parte dall’amplificatore giunge in qualche maniera modificato (anche se di pochissimo) ai morsetti del diffusore, quest’ultimo non può far altro che riprodurre esattamente ciò che gli arriva. Così, grazie al Brevetto Bidirezionale Simmetrico, i cavi di potenza Reference ZE non presentano nessuna freccia che indica il dovuto posizionamento tra amplificazione e diffusori, in quanto invertendo la direzione dei cavi non cambierebbe assolutamente nulla. Dopo aver provato i suoi cavi dotati di tale brevetto, a detta di Ernesto Villani, i miglioramenti ottenuti consisterebbero principalmente nella profondità della scena sonora, nel micro e macro-contrasto, nel dettaglio sempre pulito e mai distorto.
Inoltre, nella coppia di cavi di potenza in questione è stata implementata anche una schermatura di tipo elettrostatico, cioè senza passaggio di corrente (l’acronimo ZE significa Zero EMI, dove per EMI sta per Electro Magnetic Interference, con il potenziale elettrico della schermatura che viene mantenuto a zero Volt grazie a una rete di resistenze di valore alto). In questo modo i conduttori interni non possono emettere spurie elettromagnetiche che potrebbero andare a disturbare i cavi di segnale, oltre alle sorgenti, ai preamplificatori e ai finali di potenza che, per forza di cose, si trovano nelle vicinanze.
Un altro dettaglio assai importante, ma tenuto conto dell’importanza e del costo dei Reference ZE era auspicabile che fosse previsto, Ernesto Villani permette una prova gratuita e senza impegno, con lo stesso artigiano che viene direttamente a domicilio, senza nessun obbligo di acquisto. La prova è completamente gratuita per le regioni di Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta, mentre per le altre regioni la Quality Audio chiede solo il rimborso delle spese vive, scontabile completamente in caso di acquisto. Inoltre, ogni coppia di cavi viene prodotta solo su ordinazione, questo per evitare costi inutili e sprechi, con un tempo di attesa di sessanta giorni. Per finire, l’artigiano vercellese specifica che ogni suo cavo rispetta diversi punti, tra i quali: la costruzione artigianale eseguita direttamente da Ernesto Villani, durante la lavorazione non vi è nessun contatto con il rame, per evitare impurità e unto della pelle nelle crimpature e saldature, il collaudo finale su impianto audio per ogni coppia di cavi con rodaggio di almeno due ore, ogni coppia di cavi viene contrassegnata con un numero di matricola e una garanzia firmata dal progettista e i componenti utilizzati sono per oltre il novanta per cento prodotti e distribuiti in Italia.
La coppia di cavi che ho ricevuto per la prova erano posti in un’elegante scatola di cartone rigido, opportunamente ospitati in un profilo di polistirolo, in modo da tenerli bloccati durante il trasporto; inoltre, i due cavi erano all’interno di altrettante buste in plastica trasparenti. Prendendoli in mano e osservando da vicino la loro lavorazione, non ho potuto fare a meno di ammirare le terminazioni, sia per quanto riguarda le forcelle, di dimensioni generose e di qualità assoluta, sia per ciò che concerne i connettori, di una raffinatezza e di una solidità di primissimo ordine. Tenete conto che i cavi, per la loro modalità di costruzione, non sono molto flessibili, e quindi non facilmente adattabili nello spazio che intercorre tra i finali di potenza e i diffusori. Per quanto mi riguarda, visto che nella dislocazione del mio impianto audio lo spazio che separa finali e diffusori è poco più di un metro e avendo a disposizione una coppia da 2,85 metri, non ho avuto alcun problema nel serrare le forcelle e di inserire i connettori e dopo un congruo rodaggio di quaranta ore (la coppia in prova aveva già alle spalle un minimo di rodaggio), sono passato al test di ascolto.
La prova di ascolto
Non nascondo che ero curioso di saggiare le qualità così decantate di questi cavi (da parte mia ho una coppia di cavi progettati e costruiti da un artigiano romano che costano meno della metà dei Reference ZE), quindi ho deciso di partire con un “botto”, ossia ascoltando un doppio LP di altissima qualità audiofila, The Mysterious Film World of Bernard Herrmann, in tiratura limitata, pressato a 45 giri e su vinili da 180 grammi della London (tanto per far capire la quotazione di questo disco, sul web si trova ormai a cifre che sfiorano i centocinquanta euro). I soundtracks presenti in questi due LP sono stati composti per tre film di fantasia quali I viaggi di Gulliver, L’isola misteriosa e Gli argonauti, pellicole ricche di azione e quindi dotate di una colonna sonora altamente impattante, ricca di straordinari sbalzi timbrici, con lo stesso Herrmann che dirige la National Philharmonic Orchestra. Prima di tutto, appena la compagine orchestrale ha enunciato le prime note del Prelude, che fa parte della colonna sonora de L’isola misteriosa, mi sono reso conto che dovevo andare a lavorare sul potenziometro del volume nel preamplificatore, in quanto rispetto a prima, la massa sonora che usciva dai diffusori risultava un po’ più alta e che per apprezzare meglio le sfumature, soprattutto da parte della sezione degli archi, non era più necessario mantenere un volume così alto.
Ma il motivo precipuo per il quale avevo voluto mettere sul piatto questo vinile era stato un altro: qui la massa orchestrale sprigiona in certi punti un muro timbrico che, sebbene la qualità della registrazione sia di altissimo livello, dev’essere necessariamente “disciplinato”, ossia restituendo un palcoscenico sonoro credibile (il numero degli orchestrali supera gli ottanta elementi), senza contare le sfumature enunciate dalle varie sezioni o dai singoli strumenti. Ora, è ovvio che, a livello di dinamica, i miei due bestioni mono sono in grado di pilotare verso i dodici trasduttori dei diffusori deputati alla gamma medio-alta la mole di informazioni soniche, ma è anche vero che la fase critica del passaggio dagli uni agli altri contempla anche una indispensabile pulizia e trasparenza per decodificare meglio il tutto. Ebbene, l’apporto fornito dai Reference ZE si è fatto letteralmente sentire: prima di tutto, tutta l’immagine della compagine orchestrale ha, per così dire, fatto un passo indietro, andando a focalizzarsi con una punta di dettaglio in più al centro dei diffusori, ma allo stesso tempo senza perdere un’oncia di ampiezza e di altezza del suono. Inoltre, ed era qui che aspettavo al varco la qualità di questa coppia di cavi, la resa delle sfumature enunciate dai vari strumenti è subito balzata alle mie orecchie, con un decadimento degli armonici, e questo riguardava soprattutto le sezioni degli ottoni e delle percussioni, più corretto e realistico. Inoltre, la sfera delle sfumature ha coinvolto un altro punto altamente critico di una riproduzione orchestrale, ossia la gamma grave data dagli archi, intendo dire i contrabbassi e, in parte, i violoncelli. Così, i primi hanno finalmente “mostrato” a livello acustico la fase di attacco degli archetti, sprigionando un suono più focalizzato e preciso, mentre i secondi hanno saputo dipanare la gamma medio-grave con una maggiore setosità.
Confortato da questo risultato, ho alzato ulteriormente l’asticella e mi sono concentrato sull’ascolto di un altro caposaldo audiofilo, la leggendaria registrazione della Decca riguardante le musiche da balletto La fille mal gardée di Ferdinand Hérold & John Lanchberry, diretta da quest’ultimo alla testa dell’Orchestra of Royal Opera del Covent Garden, nel formato XRCD2 della LIM. Chi conosce e ha avuto modo di ascoltare questa incisione attraverso un impianto audio all’altezza, sa perfettamente che l’ascoltatore si trova idealmente accanto al direttore sul podio mentre gli gira le pagine della partitura… Nel senso che ci si trova realmente “affacciati” sull’orchestra, con il suono che avviluppa praticamente le orecchie! Raramente, in tutta la storia delle registrazioni discografiche, la sezione degli archi, in primis i violini e le viole, ha raggiunto livelli così stratosferici, cosa che la coppia di cavi di potenza top di gamma della Quality Audio ha ulteriormente raffinato, con un ulteriore step di miglioramento, in quanto ha saputo evidenziare con una maggiore focalizzazione l’attacco dei violini e delle viole, ossia quando dal nulla, in una frazione, si erge improvvisamente una cortina vaporosa e precisa allo stesso tempo, il che rappresenta uno dei maggiori piaceri per chi ama la grande musica espressa e restituita al meglio. Inoltre, anche qui, la ricostruzione del palcoscenico sonoro, già avvantaggiato da una microfonatura spaziale, si focalizza con un apporto di ulteriore tridimensionalità, con la netta percezione di dove finiscono i violini per dare inizio alle viole, che lasciano il posto agli strumentini per poi passare ai violoncelli fino ai contrabbassi e, dietro, al centro le percussioni e la massa degli ottoni! Che meraviglia!
A quel punto, ho pensato bene, come recita l’adagio, di passare dalle stelle alle stalle. Mi spiego meglio: il compito di un impianto audio perfettamente tarato e inserito idealmente nell’ambiente in cui lo ospita, non è quello di migliorare il suono trasmesso dal supporto fisico o liquido della registrazione, ma è quello di restituire al meglio quanto vi è inciso. Chi pratica quella straordinaria maledizione che è l’audiofilia, non deve credere che migliorando le componenti della catena audio parallelamente si potrà migliorare ciò che non è fissato nella registrazione che ascolta, ma di fare in modo che tutte le informazioni che sono raccolte in essa arrivino in modo più fedele possibile al nostro ascolto. Questo significa restituire quanto di buono o di cattivo è presente in un disco, non di trasformare il cattivo in buono. Quindi, alla luce di ciò, ho voluto ascoltare una presa del suono terribile, quella che riguarda l’integrale delle sinfonie di Franz Schubert dirette da Peter Maag che dirige la Philharmonia Hungarica, ossia un grande direttore, uno degli ultimi allievi del sommo Wilhelm Furtwängler, e un’ottima compagine orchestrale, letteralmente presi a calci da una registrazione a dir poco repellente, fatta nel 1969 dall’americana Vox e ripresa poi dalla Membran. Nonostante che venga pomposamente descritta come un mastering high-end a 24 bit / 96kHz, il suono che viene fuori è da cloaca dell’antica Roma. Non so che cosa abbiano combinato gli ingegneri del suono, i nomi di questi criminali non sono riportati nelle note di accompagnamento, buon per loro, meno per noi, ma in tutta la mia vita di ascoltatore e di critico musicale raramente mi è capitato di ascoltare un suono non solo così duro, paurosamente innaturale (i violini al posto delle corde hanno dei tiranti da barche a vela e invece degli archetti sono state usate delle seghe), ma soprattutto responsabile di generare una fatica di ascolto che solo dopo dieci minuti di questa tortura acustica dai padiglioni di entrambe le orecchie viene issata una bandiera bianca in segno di resa senza condizioni. Non sto a descrivere la ricostruzione del palcoscenico sonoro, che vanta una profondità tale che, a un certo punto, mi metto a discutere con un violinista perché mi sta schiacciando il piede sinistro da quanto ce l’ho appiccicato. Un autentico supplizio, ve lo garantisco! Quindi, pur di ascoltare le Reference ZE, ho messo nel vassoio del lettore digitale il CD con la Sinfonia n. 1 e mi sono apprestato ad affrontare questo cilicio acustico. Le mie previsioni, anche le più nefaste, non sono state deluse; fin dalle prime battute dell’introduzione del primo tempo, la coppia di cavi di potenza ha emesso lapidariamente la sua sentenza: ciò che prima era, semplicemente una pessima registrazione, ora si era trasformata nel coacervo delle fogne di Calcutta, nel senso che la capacità dei Reference ZE di mantenere il flusso di informazioni è tale che anche le registrazioni più brutte possono evidenziare meglio le loro oscenità. Quindi, la durezza del timbro, esente da ogni tenue sfumatura, così come l’assoluta mancanza di un equilibrio tonale (sarà pure un mastering high-end a 24 bit / 96kHz, ma io sono certo che si tratta un mp3 camuffato maldestramente da “registrazione audiofila”, per il semplice fatto che i picchi di registro acuto e di quelli del grave non so dove siano), senza dimenticare come tutta la povera Philharmonia Hungarica mi abbia fatto sloggiare dalla poltrona che uso durante le sessioni di ascolto, con il risultato di essere stato ulteriormente illuminato su questa produzione discografica che è da evitare.
Dopo essermi ripreso da questa undicesima piaga d’Egitto con l’aiuto di un tonico, ho continuato il test di ascolto, questa volta affrontando una registrazione con la presenza delle voci umane. Quindi, avendo già fatto i conti con le stalle, ho puntato di nuovo verso le stelle, ascoltando una registrazione dell’etichetta norvegese audiofila 2L, effettuata da quel “mago del suono” che è Morten Lindberg, lo SACD Fingergull. In festo susceptionis sanguinis Domini, in cui il coro di voci femminili Schola Sanctae Sunnivae esegue un ciclo di canti sacri presenti in un antichissimo manoscritto norvegese del XII secolo. La bellezza di questa musica sacra medievale si sposa con la limpidezza, il calore, la morbidezza del canto di questo formidabile coro femminile, catturato, come si può vedere in una foto inserita nelle note di accompagnamento, da una microfonatura distribuita su due “alberi” posizionati strategicamente davanti al coro disposto a cappella. Il fascino del suono che viene restituito si basa anche su come Lindberg ricostruisce lo spazio fisico che circonda le voci, permettendo al canto di irradiarsi tra le volte della chiesa di Ringsaker, dove è stata effettuata la registrazione. Chi possiede un impianto audio all’altezza, non può fare a meno di essere soggiogato dalla palpabilità che traspare dall’evento musicale, in cui ogni voce singola può essere individuata e magicamente collegata e unita con tutte le altre. Qui, è fondamentale la ricostruzione del palcoscenico sonoro, ossia del punto di partenza, dato dal coro, le cui voci si irradiano spazialmente, creando, come punto di arrivo, la loro presenza che avvolge letteralmente l’ascoltatore a centottanta gradi, rendendolo fisicamente compartecipe.
Il lavoro fatto dai cavi di potenza della Quality Audio, anche in questo caso, si è fatto notare e apprezzare. Il suo apporto si è concentrato nel restituire con le voci anche la presenza del loro respiro e di come esso agisca sul canto stesso (la sensibilità dei microfoni utilizzati, per l’esattezza i danesi cardioidi DPA, è a dir poco notevole), aumentando quel senso di palpabilità, di tridimensionalità immersiva, delle quali ho già accennato. Il riverbero, perfettamente curato, permette poi di avvertire realmente le dimensioni spaziali nelle quali il suono si propaga, con una focalizzazione del tutto che non fa altro che alzare il livello di coinvolgimento e l’assoluta mancanza di fatica d’ascolto (e siamo sui settanta minuti di durata del disco).
Conclusioni
A questo punto, lo ribadisco ancora una volta, i Reference ZE non sono e non possono essere per tutti. Questo perché, al di là del loro costo, possono essere ambiti solo da chi pascola nei verdi territori dell’Hi-End, perché non avrebbe alcun senso acquistarli per poi inserirli tra un amplificazione e dei diffusori il cui valore economico è uguale o di poco superiore alla coppia di cavi della Quality Audio. Quindi, ci vogliono fior di finali di potenza e diffusori di pari razza per poter fare in modo che possano mostrare di che pasta sono fatti. Le loro doti sono presto dette: miglioramento del palcoscenico sonoro, a vantaggio della tridimensionalità dell’evento sonoro, benefici sul dettaglio, in cui lo scontorno delle voci e degli strumenti musicali ne guadagna indubbiamente, capacità di evidenziare meglio, quando la presa del suono della registrazione lo permette, il registro medio-grave da quello acuto, senza dimenticare il contributo nei confronti della dinamica, che costringe l’ascoltatore, se i finali di potenza erogano potenza a iosa, ad abbassare il volume. Di contro, ma questo non è un difetto, ma solo un accorgimento e un consiglio che mi sento di fornire, bisogna fare attenzione alla distanza che separa la vostra amplificazione dai diffusori per calcolare meglio la lunghezza dei cavi che volete provare ed eventualmente acquistare. Tenendo conto che le misure a disposizione sono rispettivamente di metri 2,85, 2,60, 2,35 e 2,10, aggiungete almeno mezzo metro in più per ottenere più gioco e flessibilità per poterli fissare al meglio, senza dimenticare, però, che Ernesto Villani realizza anche cavi con lunghezze personalizzate, con l’invio di un debito preventivo.
A parte ciò, sia chiaro un concetto finale: chi ha un impianto audio da olimpo, necessita di cavi di potenza da olimpo, e i Reference ZE appartengono di certo a quei pochi eletti che hanno il diritto di sedersi accanto a Zeus e a Era.
Caratteristiche tecniche dei Reference ZE
Conduttore: Rame OFHC ad altissima purezza
Schermatura: Rame OFC con collegamento elettrostatico
Bidirezionale: Sì
Multiconduttore: Sì
Sezione complessiva: 2 x 10 mmq.
Isolamento: impasto siliconico
Capacità: 310pF /mt.
Induttanza: non misurabile
Resistenza: trascurabile
Finitura: calza nylon intrecciata antitaglio colore nero lucido
Terminazioni: forcelle dorate in Rame Viborg e/o connettori ad espansione Furutech, in base alle esigenze del cliente
Effetto pelle: non misurabile in gamma audio
Lunghezza standard: 2,85 mt. altre lunghezze su richiesta
Garanzia: 5 anni
Lunghezze diverse su ordinazione: Sì
Periodo di prova “Soddisfatti o Rimborsati”: 30 gg.
Possibilità di prova gratuita a domicilio senza nessun impegno: Sì
Quality Audio di Ernesto Villani
Via Confienza, 45 – 13100 Vercelli
Sito web: http://www.qualityaudio.it/
Indirizzo di posta elettronica: posta@qualityaudio.it
Telefono mobile: 338.5306738
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