Lo dico subito: Rosario Di Rosa è un artista necessario. Ora mi spiego.
Ci sono artsti la cui arte è sicuramente eccellente, arte che induce alla riflessione, arte che muove alla commozione, che porta al sorriso o alla risata, che provoca rabbia o eleva lo spirito. Moltissimi di questi artisti, però, nonostante la loro opera sia di altissimo livello, non sono necessari. Sono straordinari, ma non ricercano e a volte si riciclano.
Poi ci sono quelli che, invece, fanno del mettersi sempre in discussione e della ricerca la loro cifra stilistica. Quelli che non sono mai paghi di ciò che hanno fatto e vanno alla ricerca della scomodità voluta per scoprire altro. Ecco: Rosario Di Rosa è questo artista. Necessario perché è grazie a persone come lui che l’arte va avanti, guardando al passato solo per avere un punto di partenza e mai per repricarlo. Di Rosa è così pervicacemente portato in avanti che sta progettando il suo synth personale, evidentemente perché non pienamente soddisfatto degli strumenti attualmente in commercio. O magari proprio per continuare a mettersi in discussione.
Il suo “I Want to Hear and See Everything” è esemplificativo del suo approccio alla ricerca musicale. Di Rosa è conoscitore profondo dei paradigmi musicali ed è proprio partendo da questa conoscenza che li scardina, li fa deflagrare e li riassembla. L’elettronica domina il lavoro, combinata con suoni e rumori concreti. La sua conoscenza dei software di manipolazione sonora e dei synth lo porta a campire tessiture improvvisate che richiamano alla mente immagini pittoriche. Ci sono echi di Jackson Pollock nei brani più stratificati, mentre in altri il riferimento alla sua amata Sicilia (dove recentemente è tornato a vivere dopo aver passato anni a Milano… ricorda qualcuno?) è chiaro e netto, riportando a Renato Guttuso e Piero Guccione. In altri ancora l’inquietudine emerge come nei quadri di Francis Bacon.
La sua musica è così densa di cortocircuiti logici, simbolici e allegorici che richiede impegno da parte di chi ascolta. Qui è tutto o niente: o ci si mette seduti e ci si fa trasportare altrove, mettendo da parte riferimenti e pregiudizi oppure l’unica sensazione che si prova è fastidio. Siete avvisati.
Ah: Di Rosa, oltre che a essere artista necessario è anche un ottimo fonico che sa quello che fa. La dinamica di questo lavoro è notevole; la dislocazione spaziale dei singoli suoni è millimetrica, come anche la precisione dei loro livelli. Occhio al volume e orecchie ben aperte. Un ascolto anche in cuffia, possibilmente di qualità, è consigliato.
https://rosariodirosa.bandcamp.com/album/i-want-to-hear-and-see-everything
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